L'individuo equilibrato è un pazzo. ( Charles Bukowski )
da PensieriParole

venerdì 14 novembre 2014

Per chi ancora si ricordasse chi sono . .

. . sono lieta di annunciare che sono di ritorno su questa piattaforma.
Negli ultimi mesi, passata la maturità, ho dovuto fare i conti con situazioni spiacevoli verificatesi contemporaneamente. Da un lato, la scelta universitaria, accompagnata dalla pressione dei miei e dal mio non avere la più pallida idea di cosa scegliere, dall'altro, il trasloco, il qual ultimo dovuto al fatto che da un anno i miei avevano acquistato una nuova casa, sempre nella stessa zona, ma un po' più lontano e soprattuto più grande. Ho passato i mesi estivi, dopo i primi giorni relativamente lieti per aver concluso con successo la maturità liceale, tra scatoloni e stress, genitori di qua e di là, pagine internet dedicate all'orientamento universitario, libri di preparazione ai test delle professioni sanitarie successivamente lasciati perdere, alimentazione sballata e veri e propri test universitari ( ben tre, in tre città diverse ) e vi dico solo che , pur essendo finalmente tutti atterrati nella casa nuova, i lavori di ristrutturazione non sono ancora finiti , il che equivale a non avere privacy: sveglia tutti i giorni alle sette perché gli operai ( molto simpatici, per carità) hanno da sistemare mobili, porte, finestre, e chi più ne ha ne metta; e ciò fino alle quattro del pomeriggio. La cosa positiva è che in questa nuova casa abbiamo una situazione più tranquilla, perché finalmente ho la mia stanza ed il mio bagno, senza doverli condividere con nessuno. D'altro canto tutto ciò ha portato ad una vera e propria sorta di crisi esistenziale: capirete che, per una persona affetta da DOC come me, perdere i luoghi a cui è abituata, perdere tutto ad un tratto le proprie abitudini, i propri "rituali ", provoca una bella botta sull'inconscio. Gli inizi sono stati molto traumatici, anche perché la mia stanza non era ancora finita, e neanche quella dei miei; per cui siamo dovuti stare tutti insieme per qualche settimana a dormire nella stanza di mia sorella, il che è stato non privo di " se sporchi quello ti ammazzo" o " se rompi quello me li ripaghi" o " qui da me non puoi bere il caffè, vai fuori " ecc. ecc. Adesso invece, come vi dicevo, ho uno spazio mio, ed anche un terrazzino / cortile in cui fumare in pace, perché siamo non più in una palazzina bensì in un piano terra di una casa a due piani. Capirete che, vivendo con gente in casa tutto il tempo, tra cui anche quella arpia di mia sorella, non ho potuto proprio vomitare. Risultato: udite udite . . Ho passato ben un mese intero senza vomito !! Il che, naturalmente, è stato recuperato, anche se non ampiamente, nei primi due giorni in cui finalmente ho avuto la possibilità di stare in santa pace da me nella stanza con il mio bagno ; ma sono stati episodi non tragici e non lunghi, dovuti principalmente alla voglia di sfogare un po' lo stress accumulatosi. Nonostante tutto, ho cercato di mantenere il più possibile il controllo, non rinunciando al mio preciso schema alimentare. Difatti, sono rimasta come durante l'estate, ovvero non ho preso nessun chilo in più, la magrezza resta.
Ma passiamo all'argomento università : come vi ho accennato prima, ho fatto esattamente ben tre test di ingresso diversi, dovuti principalmente al fatto che i miei mi stressavano e che non sapevo proprio dove andare a sbattere la testa . I test sono stati i seguenti:
1) test di giurisprudenza italo-francese a Firenze
2) test di mediazione linguistica a Forlì
3) test di giurisprudenza a Roma ( opzione che tenevo nel caso non fossi stata ammessa in nessuna delle altre due precedenti opzioni  ) .
Bene. Com'è andata ? Li ho passato esattamente ben tutti e tre: nel primo caso, erano ammessi solo quindici candidati, e mi hanno presa, nel secondo caso, solo ventotto candidati, e mi hanno ugualmente presa. Magnifico, direte, no ?! Forse, a parte il fatto che tutto questo successo mi ha reso ancora più indecisa e confusa di quanto ero. E da lì, via alle discussioni con i miei, alle notti in bianco cercando di immaginare la mia vita futura o in quanto avvocato o in quanto interprete di conferenza , a guardare " law & order " , " the interpreter " e vari video su youtube dedicati ad entrambi i mestieri ( entrambi nella stessa quantità, per farmi un giudizio oggettivo e non influenzato dall'aver privilegiato un settore piuttosto che un altro) . Risultato ? Una sola parola : Indecisione. Ancora più indecisione. I termini per iscriversi alle università erano fine settembre circa, mentre i test li ho svolti inizio settembre circa. Avevo circa tre settimane per decidere, e fino all'ultimo giorno ( precedente dunque il termine ultimo per iscriversi ) ho esitato, facendo diventare matti i miei e esaurita la mia persona . Non sono stati  assenti pensieri del tipo : " e se poi me ne pento ? " ; " e se poi questa scelta influenzerà la mia vita in maniera irreversibile ? " : un vero disastro. Bisogna anche mettere in conto che non si trattava solamente di scegliere l'indirizzo dell'università , bensì se cambiare città per studiare, dato che tra le alternative possibili figuravano due città diverse da quella in cui sto adesso.
Mia madre è arrivata persino, una sera, a darmi i soldi per andare da uno che mi leggesse i tarocchi, per aiutarmi nella scelta. Sono uscita alle undici di sera in centro qui nella mia città in un posto conosciuto per ospitare appunto questo tipo di persone che sanno leggere la mano e le carte, e inizialmente non ho trovato nessuno, poi quando avevo perso le speranze mi giro e vedo uno di questi tizi. Mi siedo, mi dice di non parlare, mi prende la mano e fa : "sento che sei una ragazza molto ansiosa " , mi diagnostica una pressione bassa ( il che è vero) , mi dice che devo stare attenta perché nella famiglia di mio padre ci sono state in passato malattie , mentre i geni di mia madre sono più forti ( il che è vero, ed ha provocato nella mia mente una reazione del tipo: " ma questo come diavolo fa a saperlo ?! Ma allora sti trucchi funzionano " ) , poi mi dice che ho una buona salute ma devo stare attenta allo stomaco ( ehm, ma che davvero ? Chissà perché . . ) e successivamente mi dice che sono una persona che soffre nella routine, che ha bisogno di fare un lavoro futuro che mi possa permettere di viaggiare, di comunicare, per stare bene. Praticamente ha azzeccato in pieno un sacco di cose, ma se pensate che questo mi ha aiutato nella mia decisione, vi sbagliate. Sono pure tornata a Firenze dopo il test, da sola, in treno, per frequentare due lezioni di introduzione allo studio del diritto, e per cercare una stanza. Durante quelle lezioni mi sono annoiata tantissimo, pensando che mediazione linguistica fosse la cosa più adatta a me, dato che sono trilingue e che i miei mi hanno fatto fare vari certificati sin dalla nascita praticamente, per inculcarmi le loro lingue, francese e tedesco. Di sicuro sarebbe stato figo fare l'interprete. Mi piaceva molto questa idea, il challenge e l'adrenalina che rappresenta questo lavoro. Tuttavia, vuoi perché Forlì è una città piccola e offrente meno stimoli di quella in cui vivo ( ammesso che io qui abbia stimoli, ovviamente ) , vuoi perché sono un'indecisa del cazzo, vuoi perché i miei avrebbero dovuto pagarmi una stanza in affitto, vuoi perché da un lato avevo paura che, se non mi fosse poi piaciuto studiare mediazione ( il che, comunque, rappresentava una possibilità ) , mi sarei trasferita così lontano per niente, sono rimasta qui e mi sono iscritta a giurisprudenza qui nella mia città, scegliendo la terza opzione, quella che pensavo fosse solo un ripiego se non avessi passato i test di ingresso per accedere alle altre due opzioni. Ho scelto la cosa meno internazionale, che non mi fa usare il mio talento ( le lingue ) , ma anche la meno rischiosa , non implicante il trasferimento in un'altra città. I primi giorni, passate ormai le deadlines per potersi immatricolare alle altre due opzioni, sono stati giorni di tristezza,  perché sapevo di non aver avuto sufficiente coraggio per prendere un mano la situazione e magari rendermi più indipendente ( ne ho anche parlato con uno psicologo, il quale ha detto che comunque sarebbe stato meglio per me andare a vivere da sola, per fare un " salto di qualità " , rendendomi autonoma ) . Vabbè. Non sono fiera di me. Non sono neanche molto convinta di quello che sto studiando. Ho soprattutto paura che si ripresenti la stessa situazione l'anno prossimo, in cui non riesco a prendere una decisione. Vi giuro che lo stato di indecisione e di dubbio in cui mi sono trovata è stato quasi paralizzante. Certi giorni penso che in fondo non vi è nessun corso di studi adatto a me, che dato che nulla mi entusiasma dovrei fare la parrucchiera o un lavoro semplice, ma chiaramente so , razionalmente, che preferirei soffrire cinque anni in più studiando qualcosa che non mi piace piuttosto che fare un mestiere semplice . Però faccio fatica a studiare diritto, non riesco a capire se mi piace o no: da un lato odio la politica, proprio non mi interessa, dall'altro penso di avere una buona capacità logica. Vabbè, mettiamo un termine allo sproloquio : scusate l'ammasso di parole,mm non sono stati giorni facili .